L’appuntamento di Creativity Day Educational fa il punto sulla generazione Z e sulla formazione per il mondo delle professioni… che ancora non esistono, offrendo spunti metodologici e una panoramica sugli strumenti digitali e progetti per la didattica.
GEN Z IN THE CLASSROOM, ANDREA AMEDEO
Andrea Amedeo (@AndreaAmedeo) presenta la ricerca di Adobe tra il 2011 e il 2017 in Australia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti sulla didattica.
Il lavoro ha coinvolto 2.500 studenti e 1.000 docenti e si è focalizzata sulla Gen Z e il suo rapporto con formazione, tecnologia e futuro professionale.
Sebbene il dibattito sulla segmentazione – dai Baby-boomer, Gen X, Gen Y ai Millenials – sia ancora aperto e controverso, Generazione Z sono i nati tra il 1995 e il 2010, cioè ragazzi tra gli 11 e i 15 anni.
La ricerca ha evidenziato alcuni elementi emergenti e un sentire comune. Da un lato l’entusiasmo, ma anche la preoccupazione per una prospettiva sempre più incerta. Dall’altro un equilibrio tra tecnologia e creatività come valori fondanti del presente e del futuro.
Il 93% dei docenti, inoltre, è consapevole e preoccupata sapendo di preparare gli studenti per carriere che ancora non esistono. Per contro il 76% degli studenti ritiene che la dimensione creativa sarà il leit-motiv dei loro lavori futuri.
Alcuni punti sembrano, tuttavia, ricorrenti e chiari:
- Tecnologia come fattore abilitante
- Un approccio pratico/creativo
- L’ambivalenza tra entusiasmo e preoccupazione
- La scuola come luogo per essere protagonisti e creativi
- La creatività come chiave del successo futuro
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LE SOFT-SKILL, LINDA GANGEMI
Linda Gangemi – dirigente scolastica di un liceo romano – si focalizza invece su di una visione olistica, che permetta di passare da competenze hard o quantificabili a a quelle soft, utili in una società liquida e post-industriale. Le soft-skill sono quelle competenze, anche legate alla sfera dell’interaizone sociale, adattabili e che più difficilmente invecchiano, come la capacità di saper lavorare in team, la resilienza o la creatività.
Lo studente viene visto nella sua globalità: come mente, come persona, in termini affettivi ed emozionale e nella sua dimensione corporea. Nel Progetto Dada, per esempio, è il docente a rimanere in aula, mentre gli studenti si spostano ogni due ore per seguire le lezioni.
Le soft-skill comprendono differenti competenze accomunate dall’essere trasversali, multi e post-disciplinari, transnazionali e globali. Secondo uno studio della Commissione Europea, svolta nel 2011, le categorie di soft-skill nel mondo del lavoro sono 22, raggruppabili in 5 tipologie:
- efficacia personale: autostima, stress control, ottimismo, resilienza
- relazionali e di servizio: orientamento al cliente, cooperazione, comunicaizone, empatia, efficacia comunicativa verbale e paraverbale.
- impatto e influenza: coaching
- orientate alla realizzazione: autonomia, problem posing e solving
- skill cognitive
Siamo tutti sassi sullo stesso greto del fiume
—Edgar Morin
PRONTI, PARTENZA? DANIELA CALISI
Pronti, partenza? è un progetto didattico partecipato che trasforma il viaggio in India di due fratelli e un fotografo a bordo di un tuk-tuk, in un documentario e in un libro interattivo pubblicato nel 2016 da Zandegù come In India su tre ruote. 3.500 km di guasti, tè e monsoni. Il lavoro tra preparazione e sviluppo è durato più di un anno e ha visto coinvolto il tema in diverse attività. Il diariodi viaggio gioca sul concetto di sorpresa: un libro fotografico che nasconde testi, disegni da colorare, tutorial che ricostruiscono le esperienze realmente vissute dai protagonisti, come smontare un carburatore o fare benzina o ti insegnano a cucinare.
Per approfondire:
- How the future of work is not “Jobs”, Rudy Karsan
- Inventando el futuro, Santiago Bilinkis
- I sette saperi, Edgar Morin
- La benzina della creatività non è il talento ma la conoscenza, Riccardo Falcinelli 😉
- I pionieri del cambiamento e del lavoro, Francesco Luccisano
- Lavori del futuro: le 20 nuove professioni che nasceranno entro il 2030