Identità urbana e rappresentazione sociale, De-Sign 2017

Cosa succede quando sono le persone a disegnare la città? Che immagine hanno dei luoghi in cui vivono? L’identità urbana percepita è la stessa rappresentata? Ne ho scritto nel testo per la giornata di studi De-Sign 2017 Environment Landscape City, ospitata dall’Università di Genova.


La ricerca fa parte di un progetto più ampio dedicato alla psicologia ambientale e agli aspetti di rappresentazione dello spazio e dell’identità urbana da parte dei suoi stessi abitanti, parzialmente già discusso nell’articolo uscito su Pad 13 all’inizio del 2017.

L’esperimento, qui presentato, parte dal lavoro di Francescato e Mebane [1] su Milano e Roma e dalle osservazioni di Stea & Wood [2] e si focalizza sul quartiere di Milano-Bicocca.
All’interno di questo territorio sono stati individuati quattro gruppi sociali che hanno un diverso uso e percezione dello spazio urbano: abitanti, studenti, lavoratori, city-user.

IL CAMPIONE

Gli studenti che frequentano l’Università di Milano-Bicocca sono stati suddivisi in tre macro fasce:

  • neofiti (newbies)
  • intermedi (intermediate)
  • esperti (gurus)

a seconda della loro conoscenza/competenza del territorio.
I primi sono quelli che hanno frequanto un solo semestre (l’indagine si è svolta a marzo, all’inizio del secondo semestre) e hanno ancora una scarsa familiarità con il campus e la sua struttura.
I secondi hanno avuto tempo di orientarsi e ambientarsi (in media 4 semestri ovvero 2 anni).
Gli ultimi, iscritti alla laurea magistrale, hanno già frequentato in Bicocca la triennale e interagiscono con questo territorio da 3 anni (8 semestri).

IL METODO

Il metodo di ricerca è basato su due strumenti: un questionario – che riproduce quello di Francescato e Mebane, così come presentato e discusso in letteratura – e un test rappresentativo – secondo, invece, il modello di Lynch [3] e le successive messe apunto di Stea & Wood.

Dei 50 soggetti coinvolti, 39 hanno completato o risposto a tutte le richieste dell’indagine, tra questi 5 newbies, 28 intermediate e 6 gurus. I risultati sono stati organizzati in una tabella di contingenza, che fa riferimento alle prime 7 domande del questionario. I termini usati sono stati successivamente analizzati e clusterizzati in base alla loro affinità semantica e alla ricorrenza ci concetti descrittivi del quartiere come il colore – rosso, mattone, etc – o le forme – quadrato, squadrato etc. La domanda sul gradimento è stata rappresentata secondo una scala Lickert.
Infine i partecipanti erano invitati a rappresentare a memoria, tramite il disegno, la mappa del quartiere.
Da quest’ultima attività l’immagine sociale della città emerge fortemente come identità urbana bottom-up. La forma della sua rappresentazione cognitiva e simbolica è fortemente connessa al gruppo intervistato, come si può vedere dalle immagini riportate di seguito.

I RISULTATI

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Bibliografia minima

  1. Francescato, D. & Mebane, W. (1973). How citizens view to great cities: Milan and Rome. (pp. 131-147). In R. M. Downs & D. Stea (Eds.) Image and Environment: Cognitive Mapping and Spatial Behavior. London: Aldine Transaction
  2.  Stea, D. & Wood, D. (1971). A cognitive Atlas: explorations into the psychological geography of four mexican cities. Chicago: Environmental Research Group
  3. Lynch, K. (1960). The Image of the City. Cambridge MA: MIT Press

Leggi/cita l’articolo:

Bollini, L. (2017). What if people draw the landscape? An environmental psychology approach to urban identity (pp. 83-92). In Pellegri, G. (Ed.). De-Sign. Environment Landscape City. Serrungarina (PU): David and Matthaus.

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