Molti progetti di mappe e segnaletiche delle metropolitane di tutto il mondo si basa sull’uso del colore come segno di identità e orientamento. Ma come interagisco le persone daltoniche in questi contesti? Come si può migliorare la comunicazione? Come essere accessibili e inclusivi?
In principio fu la Tube di Londra
La maggio parte dei sistemi segnaletici delle metropolitane ha come modello di riferimento quello della metropolitana di Londra.
Sviluppata a partire dal 1919, la prima versione utilizza solo i colori rosso e nero, senza differenziazioni tra le diverse linee o tipologie di connessioni. È Reginald Perci Gossop che introduce il giallo nel 1926. ed infine con F. H. Stingemore che abbiamo uno schema cromatico – giallo, ciano, lilla, rosso e verde – nel 1928 per indicare le diverse linee della rete di metropolitana.
Infine Herry Beck, a partire dal 1931, introdusse l’ultima modifica strutturale che è a tutt’oggi alla base di qualsiasi cartina dei trasporti. La rappresentazione diventa geometrico-diagramatica – non più geografico-spaziale – sul modello dei circuiti integrati: una tavolazza di colori, linee orizzontali, verticali e a 45°, e forme geometriche elementari – quadrati, cerchi etc. – per identificare i punti di intersezione e scambio del sistema di trasporto1.
Poi venne Milano
Nel 1964 l’architetto Franco Albini e il grafico Bob Noorda inaugurano un progetto in cui lo spazio della prima linea della metro milanese ed il suo progetto grafico e di segnaletica sono profondamente integrati. Lo spazio fisico viene vestito dal colore che connota e dà identità alla linea rossa. L’esperienza è fortemente innovativa sia per il processo progettuale, sia per i risultati e diventerà poi sistema per la rete dei trasporti dell’area metropolitana di Milano nonché modello per molte altre realtà internazionali.
Il progetto si sviluppa in seguito alla realizzazione delle nuove linee: la verde (2 del 1969), la gialla (la linea 3 inaugurata nel 1990), la lilla (la 5 aperta nel 2013) e la blu (pur essendo la quarta è ancora in costruzione) identificate, appunto, con il colore che le contraddistingue.
Testare per capire
Ma cosa succede a chi ha problemi di visione, specialmente nello spettro del rosso/verde? Pur non essendo infatti considerata esplicitamente una forma di disabilità, il daltonismo può causare difficoltà nella vita quotidiana.
Dalle simulazioni di protanopia o di deuteranopia fatte con alcuni software è possibile ipotizzare l’esperienza di interazione in un sistema, come quello segnaletico, dove il colore ed il suo linguaggio hanno un forte impatto e ruolo sulla comunicazione e sull’orientamento delle persone.
Con Chiara Agnese Castelli, abbiamo provato ad indagare sperimentalmente come persone daltoniche interagivano con le mappe e i sistemi segnaletici rispetto ai normovedenti. Abbiamo perciò adottato dei metodi di ricerca qualitativi – user test task based, interviste/questionari, valutazione esperta – per capire problemi e potenzialità progettuali.2
In particolare sono state testate le mappe di 8 sistemi di metropolitana di cui una – quella di Londra – ad alta accesibilità, in bianco e nero, dove i colori sono stati sostituite da texture, secondo le indicazioni delle linee guida dello Universal design.
Per un progetto inclusivo
Uno degli esempi – tra quelli analizzati e testati – che meglio sembra funzionare è il sistema implementato a Lisbona. La metropolitana, inaugurata nel 1959, è stata ampliata e ristrutturata in occasione dell’Expo Universale del 1998. In questo caso la segnaletica e la mappa è basata sull’uso di una tavolozza di quattro colori a cui sono associati dei simboli che permettono di identificare le linee: girasole/giallo, il gabbiano/blu, orientale/rossa e caravella/verde.
In alternativa, il progetto del sistema dei trasporti dell’area di Porto basato sul sistema Color ADD di Neiva sembra poter risolvere il problema dell’interazione, traducendo la tavolozza cromatica con un sistema simbolico, componibile astratto.
Bibliografia minima:
- Garland, K. (s.d.). Mr. Beck’s Underground Map. A history. London: Rail Books
- Lloyd, P.M. & Ovened, M. (2012).Vignelli Transit Maps. RIT Cary Graphic Arts Press
- Lavazza, M. C. (2018, 28 agosto). Wayfinding, servizio e centralità della persona: la favolosa esperienza della metropolitana di Tokyo. Simple UX
Leggi/cita l’articolo:
Bollini, L. (2018).
. In F. Valan and V. Marchiafava (Eds.). XIV Conferenza del Colore. Vol. XIV b. Sesto Fiorentino: Gruppo del Colore- Per gli approfondimenti e la completa evoluzione delle mappe della metro di Londra vi rimando alla sezione delle mappe del London Transport Museum ↩
- i primi risultati dell’analisi esperta sono stati presentati a Meet Me Tonight, la bianca notte dei ricercatori di Milano nel 2017 ↩