In assoluto ordine sparso e senza la pretesa di essere una lista esaustiva del settore, questi cinque libri sulle mappe sono quelli che mi hanno accompagnato in diversi progetti di ricerca come pilastri fondanti, a volte, o come semplici spunti per quel che riguarda la cartografia, le mappe – in senso lato – e, soprattutto, la dimensione sociale dello spazio, nelle sue diverse forme. Di liste sul tema ne seguiranno molte altre 😉
1. Wurman, Richard S. (1967). Urban Atlas: 20 American Cities. A Communication Study Notating Selected Urban Data
Già autore di diversi atlanti/guide sulle città americane, Wurman, oltre che per questa pietra migliare nel settore della cartografia e degli studi sociali e urbani, ha introdotto il termine Information Architect(ure)1 aprendo un intero settore disciplinare fondamentale nel mondo del Digital Design e, infine (ma forse no!) è co-fondatore dei TED Talks.
In questo volume le mappe di 20 città americane vengono reinterpretate alla luce di criteri quantitativi/qualitativi che mettono in relazione la distribuzione spaziale con fattori economici e sociali costruendo un metodo scientifico di lettura dei fenomeni urbani. W. ricerca un linguaggio grafico capace di rendere visibili aspetti di distribuzione e densità e nella sua ricerca crea una simbologia parametrica che, grazie anche all’uso del colore, rende immediatamente percepibile e apprezzabile il dato.
Schizzi degli studi preliminari, del metodo, delle prove di visualizzazione e tavole definitive sono disponibili sul sito di David Ramsey
2. Kevin Lynch (1969). The image of the city. MIT Press
Lynch esplora la rappresentazione che i gruppi sociali hanno di uno spazio che vivono e abitano. La ricerca sull’immagine della città fa emergere non tanto la geografia di un luogo, bensì l’esperienza dei suoi abitanti. A partire da metodi della ricerca sociale ed etnografica, L. intervista e fa disegnare lo spazio e lo restituisce tramite mappe che evidenziano la ricorrenza di oggetti “totemici” o di interazione. Il rigoroso metodo di ricerca adottato disegna geografie visive a “densità variabile” del territorio urbano, la cui rappresentazione dipende dalla dimensione verbale – ottenuta tramite interviste – sia visiva – test proiettivi, ovvero mappe schizzate dalle persone – degli abitanti stessi.
Il testo, che restituisce i risultati dell’indagine svolta diverse città americane, è diventato il punto di riferimento di molti studi che coinvolgono anche la cosiddetta psicologia urbana e ambientale.
Solo di recente ho scoperto che ne esiste anche una versione italiana curata Paolo Ceccarelli per Marisilio.
3. Garfield, Simon (2016). Sulle mappe. Il mondo come lo disegniamo. Bologna: Ponte delle Grazie
Già autore di Sei il mio tipo dedicato alla lettura storica e trasversale della tipografia, G. ripercorre, in questo libro, la storia della cartografia, ma soprattutto, dei modi di rappresentare luoghi e i contetti in forma spaziale. Che si tratti della Mappa Mundi, o della mappa “che fermò la peste”, della Tube di Londra, di Marte o delle mappe cerebrali di Brodmann, G. ci spiega come le mappe raccontino, al di là del dato spaziale e geografico, l’idea che abbiano del mondo.
Nel Guardian Books podcast è disponibile l’intervista Maps from Ptolemy to Google. Interview con Simon Garfield e Jerry Brotton e sempre sul Guardian trovate la sua top 10 dei libri a proposito di mappe come strumenti per navigare il mondo.
→ Vai alla scheda: Sulle mappe, Simon Garfield
4. Monmonier, Mark (1998). How to Lie with Maps, 3rd ed. Chicago: University of Chicago Press
Pubblicato nel 1991 e adesso alla sua terza edizione, il libro di Monmonier è un classico che mette in evidenza alcuni aspetti fondamentali. Da un lato, l’illusione che le varie forme di rappresentazione visiva – dalla cartografia alla data visualisation – siano oggettive, dall’altro come la falsificazione possa essere una distorsione dovuta ai limiti della trasposizione di uno spazio su di una superficie, ma anche una manipolazione intenzionale dovuta a “intenzioni” economiche, politiche e così via.
5. Pignatti, Lorenza (2011). Mind the Map. Mappe, diagrammi e dispositivi cartografici. Milano: Postmedia Group
Piccolo volume collettaneo densissimo di usi “impropri” delle mappe come dispositivi cognitivi e di sperimentazione artistica e concettuale.
Curato da Lorenza Pignatti, il libro include contributi di diversi autori tra cui Annemarie Sauzeau – Il tempo degli Ulisse e quello delle Panelopi – e i Puzzle cartografici di Franco La Cecla.
→ Vai alla scheda: Mind the Map, Lorenza Pignatti
E una risorsa
A latere delle forme più ortodosse di concepire le mappe come strumenti di rappresentazione di concetti spaziali, reali, immateriali o cognitivi, vale la pena di includere una risorsa (si tratta di un PDF) ovvero Novak, J. D. & A. J. Cañas. (2008). The Theory Underlying Concept Maps and How to Construct and Use Them. Technical Report IHMC CmapTools 2006-01 Rev 01-2008, Florida. Institute for Human and Machine Cognition. Inventori delle mappe concettuali – molto usate negli anni ’70 come struemnti didattici – e dei metodi di costruzione scientifica di questi dispositivi di comunicazione, i due autori hanno anche fondato la conferenza biennale sulle Mappe concettuali.
- Wurman, Richard Saul (1997). Information Architects (1st ed.). Graphis Inc. ↩