Il “libretto rosso” della grafica è il lascito di Massimo Vignelli, che nasceva oggi, 91 anni fa. La sintesi tra il suo fare progettuale e i principi basilari del buon design.
Design senza disciplina è anarchia, un esercizio di irresponsabilità. (P. 14)
Quando il volume esce, il rapporto tra il mondo dell’informatica e il grapich design è ancora al centro del dibattito sia culturale che professionale. Così, nell’introduzione Vignelli rimanda direttamente al nucleo concettuale, a ciò che qualsiasi software non può – e non potrà mai – sotituire: i principi basilari del buon design.
Pubblicato nel 2009, The Vignelli Canonè il distillato della visione progettuale e professionale di V. una sorta di personale manifesto e di testimonianza della tradizione del razionalismo europeo e del concetto di buon design.
Nella Biblioteca Amnesia ho l’edizione italiana uscita 10 anni fa (nel 2012, ristampata poi nel 2018 da postmedia.books). L’editore Lars Muller l’ha poi riproposta in “versione illustrata” nel 2015. Il testo è anche scaricabile in PDF (spero legalmente!) dal sito dello studo Rationale, con cui V. ha collaborato.
Il volumetto è dedicato alla moglie Lella (Elena Valle)1 con cui V. ha condiviso buona parte della sua avventura umana e professionale:
Questo libro è dedicato con molto affetto a Lella, moglie e partner nella professione. Insieme abbiamo condiviso il processo di crescita e le nostre esperienze intellettuali, fin dall’inizoi della nostra vita professionale.
La sua intuizione creativa e il suo senso critico hanno arricchito la mia vita e hanno dato forza strutturale alla nostra collaborazione, senza la quale il mio lavoro avrebbe avuto meno valore.
Vignelli struutura il suo canone in due parti distinte. La prima è dedicata ai valori intangibili – tra cui tuttavia si trovano sia “arbitrarietà”, sia “marketing”– la seconda a quelli tangibili, come la “carta”, il “colore” o lo “spazio bianco”. Parole chiave, concetti, pratiche che V. illustra puntualmente anche tramite progetti sviluppati nella sua carriera professionale e con grande attenzione per la dimensione pedagogica dei principi del basic design. Quella sorta di invarianti progettuali per cui il design è uno: “se si sa progettare una cosa, si sa progettare qualsiasi cosa”.
#Mytwocents
Per lungo tempo ho messo Il Canone Vignelli tra i libri obbigatori nella bibliografia del corso di Visual Design – per non designer 😉 – che tenevo a Scienze Psicosociali della Comunicazione. L’ho sempre apprezzato proprio per la chiarezza e l’“intenzione” didattica che V. mette nel testo. L’idea di V. travalica qualsiasi formulazione dogmatica, di “principi” da riapplicare meccanicamente, per creare invece una consapevolezza profonda e solida rispetto alla complessità del design ed alle sue implicazioni sociali ed etiche.
Se volete saperne di più, vi consiglio una visita, anche solo virtuale , al Vignelli Center for Design Studies
- Vi rimando alla versione italiana di wikipedia perché in questo caso mi sembra più approfondita rispetto a quella in inglese ↩
Il canone Vignelli
Postmedia Books
2018
A stampa
96
Italiano
The Vignelli Canon, Lars Muuller Publicher, 2009
9788874900664
Indice
Prima parte
Valori Intangibili
- Semantica 10
- Sintattica 12
- Prammatica 14
- Disciplina 16
- Appropriatezza 18
- Ambiguità 20
- Storia, teoria e critica 22
- Modernismo 24
- Il design è uno 26
- Potere visivo 28
- Eleganza intellettuale 30
- temporalità 32
- Responsabilità 34
- Valore accumulato 36
- Luce 38
- Arbitrarietà 40
- Contesto 42
- Influenze 44
- Marketing 46
Seconda parte
Valori tangibili
- Carta 50
- Gabbie, margini, colonne e moduli 56
- Carta intestata 60
- Gabbie per libri 6
- Caratteri tipografici di base 70
- Allineamento a sinistra, centrato o
- giustificato 82
- Relazione tra i corpi dei caratteri 84
- Righe e filetti 86<
- Contrasti di dimensione 88
- Scala 90
- Superfici 92
- Colore 94
- Impaginazione 96
- Sequenza 100
- Rilegatura 104
- Identità e diversità 106
- Lo spazio bianco 108
- Una collezione di esperienze 110
- Conclusione 112