Che differenza esiste tra la città progettata e la città vissuta? Quale percezione ha dello territorio urbano chi lo abita? Esiste un’immagine dello spazio condivisa a livello sociale?
A gennaio 2017 è uscito il numero 13 di PAD Pages on arts & design curato da Marina Parente e Carla Sedini, del Politecnico di Milano
Nel numero monografico Design for territories, dedicato alla progettazione del territorio, c’è il mio contributo The social representation of a territory che parla delle metodologie tipiche dello user testing task-based applicate alla progettazione dello spazio nelle sue diverse scale.
L’articolo prende le mosse dal testo di Lynch L’immagine della città [1] e indaga, tramite l’approccio della psicologia ambientale [2] , su come fare emergere e comprendere, in un’ottica finalizzata al progetto, gli elementi totemici nel tessuto urbano, grazie all’immagine dello spazio che i diversi gruppi sociali implicitamente producono e condividono.
In particolare, l’articolo presenta gli esperimenti condotti nel territorio del quartiere di Milano-Bicocca tramite test rappresentativi e interviste semi-strutturate, sul modello della ricerca di Francescato e Mebane [3] e delle ipotesi meta-progettuali sviluppata dagli studenti del corso di Comunicazione Visiva e Design delle Interfacce del 2° anno della laurea magistrale in Teoria e Tecnologia della Comunicazione dell’Università di Milano-Bicocca.
Bibliografia minima
- Lynch, K. (1960). The Image of the City. Cambridge MA: MIT Press
- Bagnara, S. e Misiti, R. (1978). Psicologia ambientale. Bologna: Il Mulino
- Francescato, D. & Mebane, W. (1973). How citizens view to great cities: Milan and Rome. (pp. 131-147). In R. M. Downs & D. Stea (Eds.) Image and Environment: Cognitive Mapping and Spatial Behavior. London: Aldine Transaction